Cose spiegate bene. Voltiamo decisamente pagina 2023 by AA. VV

Cose spiegate bene. Voltiamo decisamente pagina 2023 by AA. VV

autore:AA. VV. [VV., AA.]
La lingua: eng
Format: epub


It’s different

Le grandi testate giornalistiche americane hanno approcci e rigori propri

Era piena di giornalisti, l’auto che viaggiava immediatamente alle spalle di quella del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy la mattina del 22 novembre 1963 a Dallas. Facevano parte del cosiddetto press pool della Casa Bianca: un gruppo di giornalisti che segue il presidente ovunque vada, dando conto di dove si trova, di chi incontra, di quando raggiunge lo Studio Ovale e quando la sua residenza per riposare o lavorare. Uno dei giornalisti a bordo si chiamava Merriman Smith, lavorava per l’agenzia United Press International (Upi) ed era un appassionato di tecnologia. Anche per questo insisteva sempre per viaggiare sul sedile anteriore, accanto all’avveniristico radiotelefono che da pochi anni era possibile trovare sull’auto del press pool. I colleghi della carta stampata gli lasciavano volentieri il posto accanto all’autista: avrebbero sentito la redazione solo a fine giornata per dettare i propri articoli, e anzi prendevano in giro Smith per quella che consideravano una condizione di minor libertà, dato che quel telefono lo costringeva ad avere sempre addosso i suoi capi. Anche i colleghi delle agenzie usavano il radiotelefono il meno possibile, d’altra parte il presidente percorre in auto soltanto brevi tragitti e comunque senza giornalisti intorno: cosa mai avrebbero dovuto farsene, loro, di un telefono in macchina? Erano altri tempi. Smith era anche un cacciatore, e capì prima dei suoi colleghi che quei tre forti scoppi sentiti mentre percorrevano Dealey Plaza non venivano dal motore dell’auto, e non erano nemmeno dei petardi: erano spari. Si avventò sul radiotelefono, chiamò la redazione e urlò «Bulletin precede!», la formula che annunciava una notizia di assoluta priorità su tutte le altre, mentre l’auto accelerava. Il centralino smistò la chiamata a un collega che la raccolse dopo pochi secondi. Al momento degli spari Smith non stava guardando verso il presidente, non sapeva se fosse stato colpito, quindi urlò dentro la cornetta: «Tre colpi sparati contro la carovana presidenziale!» Il lancio di Upi sarebbe partito esattamente quattro minuti dopo gli spari, raggiungendo le radio e le tv di tutto il paese.

DALLAS, NOV. #22 (UPI) – THREE SHOTS FIRED AT PRESIDENT KENNEDY’S MOTORCADE TODAY IN DOWNTOWN DALLAS.

Le altre agenzie di stampa, intanto, erano silenti: Smith infatti non aveva mollato la cornetta, tenendo la linea aperta con la sua redazione. Alle sue spalle i colleghi gli intimarono di chiudere e passargli il telefono – anche loro dovevano avvertire le redazioni – ma Smith si oppose, cominciò a stringere la cornetta con due mani, poi se la mise sulle gambe e ci si raggomitolò sopra, mentre i giornalisti dall’altra parte della linea sentivano urla sempre più rabbiose: «Dammi quel cazzo di telefono!» Il cronista di Associated Press dal sedile posteriore cominciò a prendere Smith a pugni, lo colpì al collo, ai fianchi, alla schiena, ma lui non mollò la presa finché l’auto non raggiunse l’ospedale: l’agenzia Upi ottenne così quello che all’epoca venne considerato il più importante scoop di tutti i tempi mentre Smith fu premiato pochi mesi dopo con un Pulitzer e la Presidential Medal of Freedom, la più importante onorificenza civile statunitense.



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